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Le sanzioni per mancato pagamento di IVA, IRES e IRAP seguono il Favor Rei e vanno ricalcolate

La regola del “favor rei” si applica anche alle sanzioni irrogate dal fisco al contribuente, se vi è ancora un procedimento in corso. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione nella sentenza 15978/2017, volta a dirimere una questione tra la Commissione Tributaria Regionale di Palermo e una società privata. Quest’ultima aveva proposto ricorso alla Suprema Corte contro la pronuncia della sopra citata Commissione, chiedendo tra l’altro, qualora la Corte avesse deciso in senso favorevole alla CTR, che le sanzioni comminate in riferimento all’anno 2004 fossero rivalutate in base al d. lgs 158/2015, normativa sopravvenuta nel corso del procedimento e dal contenuto più favorevole ai ricorrenti rispetto a quella richiamata nella sentenza della Commissione.
Rifacendosi al proprio orientamento principale, secondo cui «in applicazione del principio del favor rei, trova applicazione il trattamento più favorevole assicurato dallo ius superveniens, a condizione che, come nella fattispecie in esame, vi sia un giudizio ancora in corso ed il provvedimento impugnato non sia quindi divenuto definitivo» (VI sez. civile n. 15978/2017), la Corte ha senz’altro dato ragione alla ricorrente, sottolineando ancora una volta come il principio del trattamento più favorevole per il condannato, in rapporto ad una normativa sopravvenuta, non sia limitato a determinate materie ma si intenda esteso a tutti gli ambiti del diritto.
Qualsiasi orientamento contrario, come quello secondo cui «non sarebbe all’uopo sufficiente la mera deduzione in sede di legittimità dello ius superveniens, senza altra precisazione con riferimento al caso concreto, ad imporre la cassazione con rinvio della sentenza impugnata» è da considerarsi assolutamente «minoritario e non idoneo a restringere con adeguato supporto l’ambito di applicazione del principio del favor rei» (sent. cit.).
Anche nei rapporti con il fisco, dunque, è bene avere sempre presenti le tutele predisposte tanto dal legislatore quanto dalla giurisprudenza, per difendere opportunamente i propri interessi e diritti.

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